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da Los lugares perdidos:

Nel tempo che precede

madre ch’eri fra tutte la più gentile
persa con le tue amiche in fondo al fosso
lunga la treccia sul tuo corpo snello
scende fino alla vita, nell’acqua chiara
hai camminato scalza, scosti le brecce
dentro la tana il gambero s’appiatta
d’intorno sono i colli che tu speri
di sorpassare un giorno, non sai la meta
guardi il greppo che pende e ti sovrasta

oggi Madìo ha preso con la vanga
il lepre nel trifoglio alla piantata
passano i merli dentro l’aria chiara
getta fuori il sambuco acini fitti
ma Celeste è lontano, presso i fili
dove muore chi è andato a far la guerra

scenderà questa notte giù dal cielo
- la tua fiaba narravi all’Elda attenta-
lo aspetto col cuscino presso il noce
c’è come un carro grande che vola sopra
per lui metto le viole nel bicchiere
ho tolto dalla cenere i lenzuoli

dopo scavò la terra proprio alla porta
dentro ci ha messo il noce, la rama chiara
consiglio della Fenisia quand’ha saputo
che è quella la pianta dove aspetta

scende nella divisa grigioverde
lento giù per la costa sullo stradino
e splende la sua faccia per la luce
come mai s’era vista dentro l’aria
sarà quella ragazza che t’aspetta
venire nella notte giù dal cielo
la prima che t’abbraccia sulla porta

prima che nascessi furono insieme
stavano tutti là presso l’aiola
a pescare castagne nel caldaro
ora mancano tutti, manca una casa
solo prima di nascere l’ho avuta

 
 
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